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IL NARCISO
Rivista d'arte e cultura 2 febbraio 1976
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Tra i pittori bresciani pi˜ impegnati, attenti a condurre il proprio modello artistico su di un piano che non riveli immediatamente una personalitý decisa, penso che Nino Gorni, oggi, si stia affermando per serietý, oltre che per un estro operativo atto a confermare doti di alto livello. La sua pittura Ë di rara potenza espressiva e comporta due modelli creativi distinti, ma fusi in un unica, simultanea, armonia di sintesi, suggestiva di estetica preziosa, commovente per la forza del contenuto, i cui interessi umani aprono un dialogo profondo sulla veritý che in essa si agita come azione affinchÈ ne risulti, oltre al visibile movimento scenico, quell'inquietudine interiore, intesa come dinamica di sentimenti, in modo da motivare il racconto secondo l'essenzialitý e la ragione della vita stessa. Il primo momento viene delineato dalla stesura grafica, giý di per sÈ molto efficace ai fini espressivi, mediante la quale viene scandita la superficie.

Creata la figura, delineata la struttura del dipinto, diviso per zone singole di equilibrio, ma che nel contempo sono nervatura generale, evidenziata da un segno sicuro, eloquente, il quale dimostra una squisita preparazione basilare, anche per la scioltezza del ritmo evolutivo, conseguente al pensiero come gestualitý spontanea, contenuta tuttavia dalla ricerca intellettuale che ne frena gli impulsi, se pur essi sono la ragione prima della creazione. Il secondo momento Ë rappresentato dalla coloritura dell'opera, e qui interviene una tecnica raffinatissima di impasto e di campitura, con tonalitý ed intendimenti di eco rinascimentale, per cui si ha l'impressione, davanti ai dipinti di Nino, di immergersi in una autentica atmosfera di luci, di ombre e di penombre, mentre risalta, intatta e coerente, la sua originalitý insiemistica di artista contemporaneo, in un gioco vario, incisivo ed aggraziato di passaggi, di accostamenti, di velature quanto mai aderenti al soggetto, indice della tensione dei nostri giorni se pur comprende, drammaticamente, l'universalitý umana nelle molteplici significazioni esistenziali, maturatesi in ogni tempo come condizione interiore.

La sua tematica si avvale del soggetto popolare, con particolare riguardo alla gente di mare, come in "L'ansia dell'attesa", dipinto affollato da una moltitudine di figure, dove il dramma prima Ë nel volti, da ognuno sentito con diversa intensitý; indi Ë nell'atmosfera, nell'acqua, lungo il molo, in evidente tormento, in una grandiositý compositiva difficilmente raggiungibile, tenendo anche conto della concezione prospettica, vissuta come spazio e profonditý. Un'altra opera decisamente di alta rilevanza è "Lite in osteria", una costruzione ampia, colma di respiro, dovuto ad intelligente fuga di piani, il cui valore del racconto Ë, oltre che nell'episodio doloroso in se stesso, nel vario atteggiamento assunto dalle figure circostanti: e qui entriamo in un vasto discorso di simbologia, comune a tutta la pittura di Nino Gorni, ma qui accentuato con una dinamica e precisa introspezione umana, di brividente resa psicologica.

Ho voluto citare questi due dipinti perchÈ, oltre che validissimi, il primo, in esterno, Ë altresÏ condizionato dalla forza del cielo e del mare, per cui osserviamo la fusione umana nel concetto naturalista. Il secondo, in un interno, stringe l'uomo fisico entro solide mura, mentre la dimensione del suo dramma, pur nella costrizione scenica, prorompe in uno spazio limite che Ë quello dell'anima. Tutta la pittura di Nino Gorni ha, d'altro canto, prerogative tali da dimostrarci ampiamente di essere di fronte ad un artista completo, alla cui poetica inconfondibile corrisponde quella tecnica di personalissima inventiva, necessaria ad esprimere un mondo singolarmente, ma oggettivamente interpretato attraverso il filtro dell'innata sensibilitý.
 
© 1999 Alessandro Gorni